Terapie manuali

Linfodrenaggio manuale

Il linfodrenaggio manuale è una particolare tecnica di massaggio che permette il drenaggio linfatico dai tessuti.

Viene utilizzato principalmente per ottenere un effetto di riassorbimento degli edemi, come l’edema dell’arto superiore dopo mastectomia, o dopo interventi ortopedici agli arti inferiori.

Kinesiterapia

La kinesiterapia è una particolare terapia manipolativa usata in fisioterapia che si prefigge la riabilitazione e la rieducazione funzionale di singoli muscoli o gruppi muscolari o dell’intero organismo.

La Kinesiterapia si divide in 2 – la Kinesiterapia passiva e la Kinesiterapia attiva

Kinesiterapia passiva: in questo caso il terapista esercita sul paziente, che resterà passivo, tecniche particolari al fine di gestire in modo appropriato il movimento della parte del corpo da trattare.

Kinesiterapia attiva: in questo caso, invece, è lo stesso paziente che agisce in modo attivo sotto la direzione e la supervisione del terapista che gli farà eseguire gli esercizi più idonei.

Durante la seduta di Kinesiterapia attiva sarà possibile usare elastici, palloni, bastoni, tappetini, ecc per facilitare o rendere più difficoltoso il movimento a seconda dello scopo.

È una terapia indicata nei casi di necessità di recupero muscolare ed articolare e non ci sono controindicazioni.

Trazioni vertebrali manuali (“pompage” – metodo bienfait)

La trazione manuale viene effettuata dal fisioterapista e viene normalmente applicata per periodi di pochi secondi o mediante una veloce ed improvvisa spinta, ciò mette il terapista in grado di “sentire” la reazione del paziente. Se correttamente eseguita, la trazione vertebrale può dare i seguenti effetti:

  • Allontanamento e separazione dei corpi vertebrali
  • Allontanamento e scorrimento combinato delle articolazioni e faccette articolari
  • Raddrizzamento delle curve spinali; messa in tensione dei legamenti del segmento spinale
  • Stiramento dei muscoli della colonna vertebrale; allargamento del forame intervertebrale
  • Stiramento e scivolamento delle faccette articolari; riduzione del volume del disco intervertebrale
  • Riduzione del dolore: per aumento dell’input non nocicettivo, reclutamento dell’inibizione discendente.
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Le trazioni vertebrali consistono nell’applicazione di forze che agiscono sui segmenti dell’apparato locomotore in senso opposto: ciò determina un allontanamento dei corpi vertebrali fino a 2 mm, con stiramento delle strutture muscolari e legamentose ed ampliamento dei forami di coniugazione lo scopo di questo allontanamento è di facilitare la lubrificazione articolare e, in alcuni casi, il rientro di ernie intervertebrali cervicali o lombari e la riduzione del dolore ad esse legato. Fin dai tempi di Ippocrate sono state descritte varie forme di trazione vertebrale a scopo antalgico, ed in effetti la trazione scheletrica è uno dei più antichi trattamenti medici conosciuti.

Massoterapia

La massoterapia è ad oggi uno dei più diffusi trattamenti fisioterapici, praticato sulla superficie corporea del soggetto, che rimane solitamente passivo, allo scopo di migliorarne la circolazione sanguigna ed il trofismo dei tessuti, di favorire l’eliminazione delle scorie metaboliche e dei depositi di grasso corporeo, di restituire mobilità agli arti compromessa da lesioni muscolari.

Il massaggio, praticato sui tessuti molli (pelle, sottocutaneo, legamenti, tendini e muscoli), cerca di restituire, tramite un’azione rilassante o tonificante, a seconda delle situazioni terapeutiche, la normale mobilità e lunghezza delle strutture lese, compromessa non solo da affezioni traumatiche (quali ad esempio le contratture), ma anche da affezioni reumatiche, circolatorie o nervose.

La massoterapia trova infatti impiego in reumatologia, dermatologia e in traumatologia, grazie alla facilitazione del riassorbimento di ematomi ed edemi, condotta tramite un’azione di miglioramento del microcircolo locale, associata con un migliore ritorno venoso, la stimolazione dei recettori nervosi e la facilitazione della rimozione dei cataboliti. La pratica massoterapica può essere effettuata con manovre esclusivamente manuali o mediante specifici attrezzi o apparecchi, secondo tre principali tipologie:

  • La seduta massoterapica sportiva
  • Curativa
  • Rilassante

Risoluzione manuale di aderenze articolari

Si tratta di massaggi più o meno superficiali associati a mobilizzazioni passive aventi la funzione di: – stimolare la cute e lo strato sottocutaneo – rilassare la muscolatura – risolvere le aderenze negli strati superficiali del sottocutaneo e dei muscoli.

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Mobilizzazioni

Le mobilizzazioni articolari hanno l’obiettivo primario di ripristinare una corretta ampiezza dei movimenti articolari (ROM = Range of Motion) risolvendo stati di contrazione muscolare e aderenze (ad es. cicatrici aderenziali) del sistema fasciale. Ciò risulta determinante al fine di un corretto riallineamento della postura, per una corretta esecuzione dei movimenti corporei e per una sufficiente irrorazione sanguinea, in particolare, delle superfici articolari in quanto non irrorate direttamente ma per diffusione dai tessuti circostanti.

Ulteriore e sostanziale funzione delle mobilizzazioni articolari è il ripristino e l’ottimizzazione della propriocettività, all’interno di un programma di rieducazione motoria, tramite la ginnastica propriocettiva. Le mobilizzazioni articolari possono essere eseguite in maniera passiva, come avviene spesso nella fase iniziale di una rieducazione motoria, o attiva come accade in genere durante la ginnastica (propriocettiva, posturale ecc.) e nelle fasi avanzate della rieducazione motoria.

La mobilizzazione articolare svolge un ruolo sostanziale, sia curativo sia preventivo sia di massimizzazione delle prestazioni atletiche, nell’ambito dell’esercizio fisico e viene normalmente associata a stretching muscolare e massaggi. In determinate patologie è utilizzata assieme anche la fisioterapia strumentale.

Le mobilizzazioni articolari rientrano sempre nei programmi di rieducazione posturale e rieducazione motoria.

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Massaggio connettivale

Quando cuscinetti e pelle a buccia d’arancia si sono già presentati sul nostro corpo, è necessario intervenire in profondità. Il massaggio connettivale agisce sugli adipociti (cellule di grasso) alterati dalla cellulite, riportandoli alla normalità, e favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Il Massaggio Connettivale Profondo è una tecnica massoterapica che esplica la sua azione principalmente sul tessuto connettivo, attraverso frizioni lente e profonde sul reticolo terminale del simpatico della pelle e con il midollo spirale. Il fine principale è quello di ottenere un’azione riflessa dal derma allo stesso metamero di un viscere o un muscolo sofferente, per normalizzare e riportare in equilibrio la parte.

È stato sperimentato e messo a punto negli anni da una fisioterapista, la signora Dicke, della quale troviamo vari trattati universitari su studi approfonditi sulle zone riflesse del tessuto connettivo.

La metodica proposta prevede come trattamento base l’utilizzo di 3 tecniche principali:

  • Movimento di palpazione e rotolamento,
  • Movimento di presa a uncino,
  • Movimento di spinta.
 

Effetti biologici: Effetto riflesso su organi e visceri perché:

  • I livelli ormonali raggiungono stati di equilibrio
  • Effetto di decontrazione e di rilassamento del distretto muscolare sottostante l’area trattata
  • Maggiore mobilità articolare – aumentata vascolarizzazione
  • Modificazioni dell’elasticità del sotto cutaneo
  • Miglioramento dello stato posturale.
 

Questo massaggio ci permette di agire direttamente sul tessuto connettivale provocando uno scollamento del tessuto dal muscolo.

Il tessuto connettivo

È il tessuto che connette i nostri organi, i muscoli, le ossa, le cartilagini, i legamenti, i tendini, i nervi ed i vasi sanguigni; depura le cellule del nostro corpo, perciò nutre e metabolizza le scorie. Se però il sistema di nutrimento e depurazione rallenta, si crea un ristagno di liquidi che si concentra nelle cellule adipose, gonfiandole e a lungo andare, si formano veri e propri noduli.

Tecnica

Nella prima fase è la schiena ad essere trattata, in quanto luogo di accumulo di tensione e di stress, che influiscono negativamente sull’ossigenazione dei tessuti. La seconda fase prevede invece il trattamento delle zone inferiori del corpo: le manipolazioni si eseguono sui fianchi, sull’anca e la parte posteriore della coscia. Vengono spinti i liquidi verso l’alto per rimetterli in circolo in modo da essere assorbiti. Infine viene trattato l’addome e la parte anteriore, dalle cosce, fino al ginocchio.

Trattamento di fibrolisi manuale

Dal greco διά cioè “attraverso”, quindi attraverso la cute.
È una metodica che consente, mediante particolari strumenti, fibrolisori, di agire sugli strati muscolari, fibrosi e tendinei sottocutanei; risolve aderenze tenaci, resistenti alle normali pratiche di scollamento manuale; di grande efficacia, in genere risolutiva anche nelle forme fibromialgiche localizzate.

Manipolazioni – trattamento manuale

Operazioni di tipo manuale sulla colonna vertebrale che hanno lo scopo di curare alterazioni statico-dinamiche di uno o più segmenti ossei, contrazioni muscolari, disturbi circolatori ecc.

Le più importanti metodiche sono l’osteopatia e la chiropratica.

La prima, fondata dallo statunitense A. Stili nel 1876, afferma che alterazioni della struttura della colonna portano a patologie non solo dell’apparato osteo-artro-muscolare, ma anche a patologie organiche e che quindi, riallineando la colonna con opportune manipolazioni, il paziente recupera anche la funzionalità degli organi ammalati. 

Queste manipolazioni sono eseguite con movimenti di sblocco in cui si richiede al paziente una partecipazione attiva.

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La seconda, la chiropratica, fondata dallo statunitense D. Paimer nel 1895, si serve di manipolazioni rapide, consistenti in spostamenti repentini di segmenti ossei per curare esclusivamente i disturbi osteomuscolari e, ricercando la simmetria della struttura ossea e muscolare, favorire la ripresa funzionale dell’apparato locomotore. Va qui ricordato che le manipolazioni devono essere eseguite esclusivamente da personale qualificato, perché una loro esecuzione scorretta può risultare pericolosa per la salute del paziente.

Rieducazione funzionale

La rieducazione funzionale è il ripristino della corretta funzione di un distretto corporeo nella globalità sistemica del corpo stesso.

A seguito di traumi o interventi chirurgici, per patologie ortopediche o neurologiche il paziente presenta una ridotta capacità funzionale, quindi una impossibilità allo svolgimento della corretta funzione di un segmento corporeo con possibile conseguente riduzione della funzionalità corporea in toto.

Il compito del terapista è ripristinare attraverso metodiche congrue e specifiche la corretta funzione. Durante le sedute vengono quindi applicate tecniche attive e/o passive di rieducazione mirate al recupero della mobilità articolare, del tono muscolare e degli schemi posturali e motori originali.

Rieducazione neuromotoria

Per Rieducazione neuromotoria individuale si intende l’insieme delle forme di attivazione neuromuscolare più adatte al danno neurologico invalidante, al fine di recuperare o di ricercare risposte funzionali alternative. Questo si ottiene mediante l’opportuna scelta di manovre che portano ad una specifica stimolazione di “ricettori periferici” (organi di senso in grado di captare gli stimoli esterni e di trasferirli ai centri nervosi).

  • Tale terapia è indicata nei seguenti casi di lesione del primo/secondo motoneurone:
  • Ictus cerebrale, – Morbo di Parkinson
  • Sclerosi laterale amiotrofica
  • Sclerosi multipla a placche
  • Atassie
  • Polinevriti
  • Para e Tetraplegie
  • E altre patologie neurologiche
 

Il fine della terapia sarà quello di permettere al paziente neuro-leso di raggiungere, per quanto possibile, il recupero dell’autonomia personale per lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Training deambulatorio ed ortesico

Terapia finalizzata alla rieducazione e all’addestramento del modo di camminare (riabilitazione) e dell’utilizzo di mezzi protesici (ortesi, vale a dire mezzi utilizzati per correggere vizi e deformazioni).

La riabilitazione vestibolare

La riabilitazione vestibolare è una modernissima metodica che permette all’Otoneurologo di risolvere, spesso in modo definitivo o, in ogni caso, di attenuare di molto, i problemi di disequilibrio cronico che affliggono molte persone colpite da patologie vestibolari sia periferiche che centrali.

Una corretta riabilitazione infatti consente di ridare a pazienti con pessime qualità di vita (la mancanza di equilibrio è una condizione altamente invalidante) condizioni di vita nettamente migliori.

La maggior parte dei problemi di disequilibrio è legata ad una serie di patologie (vedi pagine precedenti) che determinano disfunzioni di vario grado sia a carico del sistema nervoso centrale che periferico; in quest’ultimo caso soprattutto a carico dell’apparato vestibolare (l’organo dell’equilibrio) vale a dire del principale sistema sensoriale utilizzato dall’organismo per regolare la postura, cioè la corretta posizione del corpo nello spazio, cioè, in una parola, l’equilibrio.

La strategia riabilitativa è finalizzata, in funzione del danno esistente e delle patologie in atto, a riprogrammare l’apparato dell’equilibrio per far sì che il cervello possa utilizzare non il sistema vestibolare (mal funzionante) ma, in sua vece, altri sistemi sensoriali ancora funzionanti.

Il mantenimento della corretta postura si basa infatti su informazioni che provengono per la maggior parte dal sistema vestibolare.

Tali informazioni vengono inviate ai nuclei vestibolari che, a loro volta, le trasmettono al cervello. In realtà ai nuclei vestibolari non giungono unicamente informazioni labirintiche, ma anche segnali che provengono dall’apparato visivo e propriocettivo.

Mentre tutti conoscono la funzione visiva e ne intuiscono l’importanza ai fini del mantenimento dell’equilibrio, pochi conoscono l’apparato propriocettivo.

Che cos’è la propriocezione?

Un semplice esempio: in questo momento sono seduto ad un tavolo con le gambe incrociate e sto scrivendo al computer, ma non ho bisogno di guardarmi le gambe per conoscerne la posizione.

Come mai?

La spiegazione sta nel fatto che dai tendini, dai muscoli e dalle articolazioni, partono continuamente informazioni che raggiungono il cervello e lo informano di come è disposto il corpo nello spazio.

Questa è la propriocezione, cioè quella funzione sensoriale che, sfruttando prevalentemente le sollecitazioni indotte dalla forza di gravità, informa costantemente il cervello sulla posizione del corpo nello spazio. In condizioni normali il cervello per mantenere l’equilibrio utilizza quasi esclusivamente informazioni provenienti dall’apparato vestibolare; gli altri imput sensoriali (visivi e propriocettivi) hanno unicamente un ruolo di completamento dell’informazione, e quindi una funzione del tutto marginale.

Appare pertanto logico che qualora si verifichi un danno labirintico il paziente manifesti disequilibrio o vertigine. In questo caso infatti non possono più arrivare al cervello le fondamentali informazioni vestibolari ed il sistema nervoso centrale può utilizzare unicamente informazioni visive e propriocettive, vale a dire informazioni a cui era uso assegnare scarsa rilevanza. Il risultato di tutto ciò è che il sistema posturale non è in grado di funzionare in modo corretto.

È proprio a questo livello che si inserisce la riabilitazione vestibolare; tale tecnica infatti, mediante una serie di esercizi e condizionamenti, insegna al cervello ad utilizzare per il mantenimento dell’equilibrio non le informazioni vestibolari ma le informazioni visive e propriocettive. Quando si riesce a raggiungere tale obiettivo il problema della mancanza di equilibrio è in gran parte risolto.

Infatti il cervello, avendo imparato ad utilizzare informazioni provenienti da sistemi sensoriali integri (visivo e propriocettivo), può nuovamente elaborare una corretta strategia posturale e quindi di garantire al paziente un equilibrio del tutto soddisfacente.

Ginnastica medica

Fare ginnastica medica significa effettuare sotto la guida del fisioterapista, movimenti segmentari e complessi nel pieno rispetto della fisiologia articolare. Durante la lezione ogni distretto corporeo viene sollecitato ad effettuare movimenti di contrazione e di stretching, che, in ogni caso, rispettano le eventuali patologie dell’apparato muscolo-scheletrico. In questo modo nessun esercizio potrà essere controindicato e provocare problemi. La ginnastica medica è indicata per tutte le patologie dell’apparato osteoarticolare che comportino rigidità delle articolazioni, dolori muscolari, dolori articolari, dolori dell’apparato muscolo –legamentoso. Soprattutto chi soffre di patologie della colonna vertebrale, troverà nella ginnastica medica un coadiuvante all’eventuale trattamento farmacologico e fisioterapico.

La ginnastica medica può essere consigliata:

  • A chi vuole muoversi in sicurezza, senza rischiare di compiere esercizi controindicati alla patologia che sopporta
  • A chi vuole consolidare i risultati ottenuti con la terapia fisica, la riabilitazione, l’osteopatia
  • A chi vuol fare prevenzione riguardo le patologie causate dalle cattive posture e abitudini comportamentali a cui siamo costretti nella vita di relazione
  • A chi rispetta il proprio corpo e vince la pigrizia per investire in salute.

Ginnastica medico-correttiva

La ginnastica medico-correttiva e/o posturale nasce dall’esigenza di prevenire e correggere quelli che sono gli atteggiamenti e le patologie dell’apparato osteo-articolare e locomotore. Un’errata postura crea nei soggetti squilibrio di tono e di adattamento tra i gruppi muscolari con conseguente errato allineamento dei segmenti articolari (scoliosi, piede piatto, alluce valgo) modificando così i rapporti biomeccanici tra di loro. Alcune ricerche condotte negli Stati Uniti e nei paesi scandinavi, ci dicono che 180% della popolazione adulta è affetta da dolori articolari e da mal di schiena; in Italia siamo al 30% della popolazione, ma il numero cresce in maniera esponenziale. Le algie più comuni si concentrano sulla colonna vertebrale ed in particolare su i tratti cervicale e lombare. I soggetti bisognosi di una ginnastica di tipo correttivo non sono altro che individui comuni che acquisiscono posizioni errate nel lavoro (ufficio, fabbrica) o nella scuola (seduti sul banco) o soggetti in soprappeso e afflitti dagli stress della vita moderna. Le tecniche di ginnastica correttiva, in questi ultimi anni, si sono evolute verso un concetto di globalità, cioè “partire dal movimento come concetto finale di un impulso neuromotorio che dalla psiche si esprime fisicamente con il proprio corpo”. Vale a dire: il mio stato d’animo viene espresso visivamente dal mio corpo.

E’ da questo concetto che nasce la Chinesiologia moderna (la scienza che studia il movimento umano).

ESERCIZI RESPIRATORI La ginnastica respiratoria è di fondamentale importanza. Questi esercizi permettono di: – prendere coscienza del fenomeno respiratorio e delle sue due fasi (inspirazione ed espirazione); – abituare a sincronizzare i movimenti con la respirazione; – capire i movimenti che possono favorire l’atto respiratorio.

ESERCIZI POSTURALI – PROPRIOCETTIVI Si tratta di esercizi eseguiti nell’ambito di un programma di riabilitazione (fisiokinesiterapia) per migliorare l’elasticità dei muscoli e/o per la rieducazione dei disturbi dell’equilibrio.

La propriocezione è una sensazione da cui dipende la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio, anche in assenza della vista. Dipende dall’attività di certe strutture (propriorecettori) situati nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni. I propriorecettori generano impulsi nervosi, che raggiungono particolari aree del cervello, vale a dire i centri della postura (mantenimento dell’equilibrio).

Biofeedback

Biofeedback è il processo di presa di coscienza delle varie fisiologiche funzioni mediante strumenti idonei a fornire informazioni sull’attività di quegli stessi sistemi, con l’obiettivo di essere in grado di manipolare a piacimento. I processi che possono essere controllati che hanno incluso onde cerebrali, tono muscolare, la conduttanza cutanea, frequenza cardiaca e il dolore della percezione.

Il biofeedback può essere usato per migliorare la salute o le prestazioni, e le variazioni fisiologiche si verificano spesso in concomitanza con i cambiamenti di pensieri, emozioni e comportamenti. Alla fine, queste modifiche possono essere mantenute senza l’uso di equipaggiamento extra.

Il biofeedback è stato trovato per essere efficace per il trattamento del mal di testa ed emicranie.

Idrokinesiterapia

L’Idrokinesiterapia – o riabilitazione in acqua – è una speciale terapia che sfrutta il movimento in acqua, conosciuta fin dai tempi dei romani.

È tuttora utilizzata e ritenuta molto efficace e vantaggiosa per il recupero articolare e funzionale, in presenza di patologie sia croniche che acute. La differenza, in questa disciplina, la fa l’acqua facilitando il recupero funzionale, riducendo l’affaticamento e il dolore. La particolarità di questo tipo di trattamento è costituita dall’ambiente acquatico, non tanto per i suoi effetti miorilassanti, ma per la diversità degli stimoli sensoriali che offre.

Considerando la postura la miglior risposta del corpo agli stimoli ambientali in relazione al senso di posizione dei segmenti corporei e al senso di equilibrio del corpo nello spazio, possiamo dire di considerare l’acqua come ambiente propriocettivo estremamente stimolante.

Il vantaggio infatti è dato dal fatto che, funzionando con leggi fisiche diverse, richiede l’attuazione di comportamenti e strategie motorie completamente al di fuori degli automatismi e compensi acquisiti. Nel nostro ambiente il corpo umano deve prima di tutto contrastare la forza di gravità e generare movimento per compiere azioni; spesso quando si manifestano sovraccarichi funzionali, squilibri muscolari o patologie articolari e muscolo-tendine queste sinergie vengono alterate e certi gruppi muscolari non riescono ad attivarsi nelle sequenze motorie.

A cosa serve?

È molto utile nel recupero post-operatorio per interventi alla spalla (sutura di cuffia, instabilità, osteosintesi post-frattura), per interventi al ginocchio (LCA, meniscectomie, protesi, trapianto cartilagineo, sanguinamento cartilagine etc.), ed all’anca, dopo politraumatismi e a livello del rachide negli interventi di EDD o dopo l’applicazione di blocchi peridurali per mantenere un buon rapporto delle superfici articolari. Nel conservativo è importante per ristabilire e mantenere un buon rapporto tra articolarità ed equilibrio muscolare soprattutto in caso di EDD o bulging per il rachide, condropatia femoro-rotulea per il ginocchio, conservativo nel riequilibrio muscolare a livello della cuffia in caso di rottura parziale o instabilità.

La rieducazione in acqua, in combinazione con quella a secco, è la principale fonte di trattamento delle capsuliti adesive nella spalla, dove attraverso la kinesi passiva si restituisce gradualmente articolarità mentre con la rieducazione in acqua si ripristina la funzione propriocettiva relativa all’articolarità recuperata.

Bendaggio funzionale

Il bendaggio funzionale è una tecnica di immobilizzazione parziale volta a ridurre i tempi di guarigione rispetto alle metodiche di immobilizzazione tradizionali.

Un’articolazione viene infatti messa in scarico e protetta, soltanto nella direzione di movimento dolorosa o patologica.

Tale tecnica fu messa a punto e introdotta in fisioterapia negli anni 60 da un gruppo di ricercatori americani.

Si ottiene attraverso l’applicazione mirata di bende e cerotti adesivi. Le bende utilizzate si distinguono per le varie misure (cm 6-8-10), o per il loro grado di estensibilità. Alcune bende sono elastiche in larghezza, altre in lunghezza, altre ancora in entrambe le direzioni; vengono impiegate a seconda delle indicazioni.

Il cerotto o tape anaelastico viene utilizzato per bloccare l’articolazione nelle direzioni desiderate. Indicazioni e controindicazioni

Confezionare un bendaggio funzionale è sempre una decisione medica.

Può essere indicato in seguito ad un trauma distorsivo od una lussazione, dopo una lesione muscolare od una microfrattura, ma anche nel caso di edemi e gonfiori importanti. Non va bendato chi ha problemi dermatologici o allergie riconosciute al collante. Viene rimosso solitamente 4/ 7 giorni dopo, durante i quali viene concesso di svolgere le normali attività giornaliere.

Non può essere bagnato. Con il termine Taping si identificano i bendaggi confezionati in preparazione ad un impegno sportivo, solitamente per i primi allenamenti successivi ad un infortunio. Non vengono utilizzate bende elastiche ma solo cerotto inestensibile. Va rimosso immediatamente dopo l’impiego.

Kinesio taping

Il kinesio taping® è un bendaggio adesivo elastico con effetto terapeutico bio-meccanico. Questo metodo, proviene dalla scienza kinesio (movimento) ed è per questo motivo che si usa questo termine.

Kinesio Taping®, originariamente fu sviluppato in Giappone più di 25 anni fa dal Dr. Kenzo Kase medico chiropratico residente negli U.S.A. E’ una tecnica basata sul processo di guarigione naturale del proprio corpo, attraverso l’attivazione dei sistemi circolatori e neurologici.

Ai muscoli non viene attribuito solamente il compito di muovere il corpo, ma anche il controllo della circolazione dei fluidi venosi e linfatici, temperatura corporea, etc. La tecnica ha quattro principali effetti fisiologici:

  1. Corregge la funzione muscolare. Kinesio Taping® è efficace nel ripristinare la giusta tensione muscolare: facilita o inibisce la contrazione muscolare (dipende dalla tecnica utilizzata)
  2. Aumenta la circolazione del sangue / linfa. L’applicazione del Kinesio Taping® provoca delle convoluzioni sulla pelle che sollevandosi favoriscono il drenaggio linfatico.
  3. Riduce il dolore. L’attenuazione neurologica del dolore avviene per riduzione della pressione e dell’irritazione sui recettori cutanei, grazie ad un riequilibrio della attività linfatica.
  4. Assiste nella correzione di allineamento dell’articolazione. La dislocazione di un’articolazione, dovuta alla tensione muscolare anormale, può essere corretta dal Kinesio Taping® tramite il recupero della funzione e della fascia muscolare.
 

KINESIO TAPING® riduce il dolore e facilita il drenaggio linfatico tramite il sollevamento della pelle. La superficie corporea coperta dal KINESIO TAPING® forma delle convoluzioni sulla pelle aumentando lo spazio interstiziale. Appena il corpo si muove, il tape funzionerà come una pompa, stimolando continuamente la circolazione linfatica nella funzione di drenaggio, ottenendo anche una attenuazione dell’irritazione sui recettori del dolore della pelle. Le applicazioni possono aiutare a ridurre l’infiammazione, il dolore, la fatica e il dolore muscolare, aumentare il ROM, correggere la postura, ridurre la possibilità di infortuni.

KINESIO TAPING ha avuto negli anni un continuo aggiornamento basato sull’esperienza clinica e sulla ricerca di circa 1000 istruttori certificati in tutto il mondo. Viene usato in molteplici aree della fisioterapia e della riabilitazione come supporto ad altre tecniche migliorandone effetti e risultati.

Indicazioni: Trattamento di danni muscolari da sport, trattamento dell’edema e gestione del dolore, infiammazioni e rigidità articolari, affaticamento muscolare, supporto della correzione dell’atteggiamento posturale attraverso la facilitazione o l’inibizione della contrazione muscolare di specifici gruppi muscolari, postumi di traumi.

Terapia occupazionale

La terapia occupazionale, definita anche ergoterapia e in inglese occupationaltherapy, è una disciplina riabilitativa che opera nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici, psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti utilizzando attività espressive, manuali rappresentative, ludiche, della vita quotidiana.

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